Nei giorni che seguirono, mi torchiarono fino alla sfinimento. Io mi limitavo a ripetere la stessa frase – Ero in camera mia quando ho sentito il rumore –, e mi coprivo la faccia con le mani. Intuivo che meno avessi detto, meglio sarebbe stato. Poi trovarono il diario e lo esaminarono, e alla fine ogni cosa fu chiarita, e io fui scagionato e amato più di prima perché ora non avevano che me. Una semplice frase intima, scritta in italiano e traslitterata nei caratteri dell’alfabeto greco allo scopo di renderla meno decifrabile. Se Mauro non lascia Nicole per mettersi con me, giuro che mi uccido.
Quando mi riferirono la cosa, scoppiai a piangere, e furono lacrime sincere – il destinatario dell’amore di Eleonora non ero io, e con la sua morte il suo amore per un altro era divenuto irrevocabile, era divenuto amore eterno.
I quotidiani locali riportarono – limitandosi alle iniziali dei nomi, data la minore età delle persone coinvolte –, riportarono che durante l’interrogatorio quel Mauro aveva detto che sì, sapeva di piacere a Eleonora ma mai avrebbe immaginato fino a quel punto. Aveva aggiunto che era molto dispiaciuto. La sua morosina, Nicole, lei aveva detto che non sapeva niente di niente, e anche lei era molto, molto dispiaciuta. Eravamo buone amiche, mi mancherà, aveva detto tra le lacrime. E mentre scorrevo l’articolo, vedevo Nicole e sotto le sue lacrime indovinavo un impercettibile sorriso, ma questo il cronista non lo riportava.
Lo zio Ottone morì un mese esatto dopo la morte di Eleonora. Il cuore, letteralmente, gli andò in pezzi. Poco meno di un anno dopo fu la volta di cugina Flora. Cadde dalle scale imbottita di alcol e barbiturici o forse si buttò di sotto di proposito. Mamma era la parente più stretta, i beni dei cugini passarono a lei, e mamma li amministrò oculatamente. Sette anni dopo morì di cancro al fegato, e quella fortuna mi arrivò praticamente intatta. Un patrimonio sufficiente a mantenere nell’agiatezza più di una generazione di perdigiorno. Avevo ventidue anni, una cultura classica alle spalle e tutta la vita davanti.
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