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Una lettrice vera

Una lettrice vera

Mi sono molto divertita. Stile letterario complesso, accattivante, fluido e sinuoso. Narrazione irriverente e tragica. Eccessivo. Crudo. Purulento. Soave e caldo. Ricorderò quel tramonto, irradiato dal mio schermo di lettura non per il suo banale romanticismo, ma per avermi fatto socchiudere gli occhi. Non ho amato nessuno dei personaggi, li ho riconosciuti. Ho sentito l’alito di Donna Belonga durante le sue omelie e il suo sguardo mi ha atterrito. Ha espresso concetti che, il mio pudore, il mio voler essere un umano migliore, un ricercatore del senso della vita, un faticoso credente che non crede, non osava proporre a se stessa. Belonga ha sgretolato ogni residua sovrastruttura per lasciare che la poetica delle sue parole irradiasse con amore la realtà da una diversa prospettiva, lasciando leggerezza e divertimento. Mi permetto di notare che il libro non è stato perfezionato da un correttore di bozze e dunque piccoli errori, di battitura o correzione automatica del testo, sono rimasti ad infastidire la mia lettura.

Più volte Lady Baby Love ha richiamato alla mia mente un altro romanzo che ho amato. Non vedo l’ora di leggerti ancora. [Nel frattempo] leggo e rileggo l’ultima pagina per richiamare alla mente e non far sopire ciò che il tuo romanzo “mi ha fatto”. Abominio e bellezza. Abominio. Bellezza. Dall’inizio ad oggi, per tutti e sempre. Complessamente semplice.

Sarah Rosati

P.S.: Ho consigliato Lady Baby Love a mia sorella, lei faceva il revisore di bozze. Pertanto, compro il cartaceo, glielo regalo insieme ad un evidenziatore giallo, quando l’ha terminato ti scrivo per avere un indirizzo al quale mandarlo. Spero piaccia anche a lei.

 

Ringrazio Sarah con grande affetto e mi limito a aggiungere tre brevi notazioni.

  • Il Postscriptum è di una generosità commovente.
  • Sarah è una lettrice vera. Il vero lettore non si limita a leggere un libro una volta, ma torna a leggerlo e rileggerlo più e più volte.
  • Come Sarah mi ha scritto in altra sede, il libro cui allude è Il maestro e Margherita, romanzo che, confesso, ho affrontato in due diversi momenti della vita e che mi ha visto in entrambi i casi arenarmi dopo una cinquantina di pagine. So che succede, ma non so darmene ragione. Tanto più considerando che di Bulgàcov, ho amato Uova fatali, Morfina, e, sconfinatamente, Cuore di cane, che amo ancora.

 

 

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