Baby è una delle donne più belle con cui mi sia mai accompagnato. Fortuna mia che ho sessant’anni passati e non trenta o quaranta nel qual caso invece che scrivere un romanzo un po’ pazzo sarei impazzito io e basta.
E anche se ha messo su al giro coscia un paio di chili, resta la mia musa, la mia non donna, la non compagna, la puledra da viziare, la ventenne da leccare, la bastardina egoista che se mi svelo umano abbaia o non abbaia e in silenzio mi morde i coglioni, e con il veleno in vena, al caro prezzo di lotte interiori ineffabilmente tossiche e di furiose beghe con lei, in un’eterna fluttuazione sempre ritorno alla libertà da me stesso, l’indipendenza, il mio bene più prezioso che ogni volta metto a repentaglio perché amo scrivere cose come questa.
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