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Colori senza senso

Colori senza senso

Ovunque gli fosse caduto lo sguardo non aveva visto che bellezza e grazia. Ora quello stesso stupore gli si ritorceva contro, non tanto perché era svanito, ma perché proprio in quanto svanito non faceva che tornargli in mente.

Di rado usciva dal bungalow. Quando la faceva, prendeva la moto e guidava fino a Taling Gnam. Percorreva adagio certe stradine di terra battuta ritagliate nella giungla. Si guardava attorno, gettava gli occhi su ciò che un tempo lo aveva estasiato, e ogni cosa la vedeva morta. Vedeva il cielo, le palme, i tamarindi, gli alberi di teak, i frangipani, le spiagge, le isole-satellite in mare aperto. Vedeva i celesti, gli azzurri, i turchesi, i blu, i tremila verdi della flora, le tinte chiare, cangianti delle spiagge, ma erano colori senza senso come le parole ripetute da bambini, dette e ridette così a lungo che dopo un po’ delle parole resta solo la pelle, il guscio senza più sostanza.
Vedeva il mondo e, più che imbalsamato, gli sembrava morto: un cadavere ancora caldo. Si diceva che a illuminare le cose non è la luce, ma lo stato d’animo, gli occhi con cui le si guarda.
Allora guardava il fitto delle palme e diceva cose come Ah palme palme, palme mie amatissime, mie giraffe vegetali.
Diceva queste cose ai quattro venti, le decantava per un po’ con le sue illusioni in testa, si riprometteva di scriverle, poi si dava dell’idiota e tornava a casa in preda allo scontento, in preda allo sgomento.

La sua percezione del tempo era cambiata. Quelle stesse ore che fino a poche settimane prima gli erano sembrate insufficienti per soddisfare le contingenze della vita quotidiana si erano dilatate fino a soffocarlo di tempi morti, gravidi di miseria interiore.
Si chiedeva se fosse diventato un milionario annoiato. Si rispondeva che non era preda della noia, ma della paranoia.

Cercò di tornare alla realtà studiando storia. Tentò raffronti tra il Medio Evo e i giorni nostri. Ma le sue considerazioni gli risuonavano di una banalità sconcertante.

Solo e sobrio, metteva in piedi animate discussioni da bar, e le portava avanti interpretando tutti i ruoli possibili di un capannello di avvinazzati…

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