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Il temporale

Il temporale

…Poi i cumuli presero a muoversi l’uno verso l’altro accelerando progressivamente, e già si sentivano i primi tuoni rotolare, e poi si videro piccoli turbini sorgere dalla spiaggia, diavoli di sabbia simili a esseri traslucidi d’altri mondi scabri e polverosi, e gocce sparse punteggiarono la sabbia di macchie grinzose dai contorni frastagliati come nei sospetti. Poi lo scontro avvenne, e la pelle del cielo si squarciò e la placenta rilasciò un essere immane fatto solo d’acqua, e la pioggia venne giù tiepida e nera come una pioggia di sangue. Le massaggiatrici srotolarono le incerate del gazebo e le assicurarono all’assito, e i bagnanti schizzavano fuori dell’acqua e trovavano altra acqua e correvano alla cieca in cerca di riparo; e la stessa spiaggia con i suoi lettini cappottati e gli ombrelloni svolazzanti che si sbrindellavano perse la sua natura di insediamento umano e fu soltanto il campo di battaglia delle nuvole e del vento come era all’inizio delle ere paleolitiche e forse ancor prima quando il tempo nacque e il suo vagito tracciò i confini tra il prima e il poi, e il primo organismo vivente fu in grado, morendo, di testimoniarlo. Si fece notte in pieno giorno. Gli schianti erano deflagrazioni primordiali, e aria e acqua erano una cosa sola, bina e indivisibile. A tratti i fulmini si tuffavano nel mare e lo scollavano dal cielo e per un istante restituivano a ciascun elemento l’identità che gli era propria e nessun’altra. Poi l’oscurità riprendeva il sopravvento e tornava la simbiosi e tornava il caos. In quell’inferno se ne veniva un uomo appena percettibile nel nero della pioggia.
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