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Donna Belonga

Donna Belonga

Disse che giunta la morte, nessun prete proclamerà il defunto dio.
Disse che un mondo di grado superiore non presuppone la religione ma la felicità, e lo disse due volte; poi disse che le religioni, tutte le religioni, lo facevano vomitare.
Disse che i dogmi della scienza gli facevano lo stesso effetto, poiché, precisò, non sono che una forma di neo bigottismo di portata ecumenica e di matrice ugualmente fideistica.

Una sera disse che tra essere di indole emotiva e essere di cuore passa la stessa differenza che c’è tra l’essere monarchici e l’essere monarchi. Poi disse che ogni volta che pensava alle guerre in corso e al degrado morfologico, si chiedeva che razza di mondo lasceremo agli insetti.

Disse che per vivere degnamente sono sufficienti la precisione di un poeta, la malia di una maliarda, l’istinto di un gatto (il gatto sorrise), la dedizione di uno scienziato appassionato e la determinazione di un guerriero. Disse che la vita è poesia – siamo noi a essere prosaici. Poi disse che la vita è tutto tranne che poesia.

Disse che l’uomo primitivo non conosceva frustrazione erotica – niente al mondo, se non il suo rivale, gli vietava di possedere tutte le donne che voleva.
Disse che dobbiamo ringraziare la malattia – finché c’è virus c’è vita.
Disse che sono sintomo di salute riguadagnata le azioni che ci inducono a perderla di nuovo.
Disse che il mondo trabocca di idioti che si definiscono pazzi per pura vanità.
Disse che siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni, poi disse che siamo della materia di cui sono fatti i soldi.
Disse che per trovare la fiducia, bisogna prima perdere la fede. Poi disse che senza fede non si dà fiducia.
Disse che con i suoi apparati burocratici e le sue istituzioni religiose la società non è che una burla antropologica, poi disse che è imperativo chiedersi se gli allestimenti del mondo naturale non siano essi stessi un mero effetto scenico, una burla biologica.
Disse che siamo tutti truffati e che tutti siamo truffatori, inclusi l’alba e il tramonto.
Disse che continuando di questo passo ben presto saremo alla frutta, e non ci sarà più frutta.
Disse che non bisogna cercare radici, ma costruirsi ali.
Poi disse che se non si hanno i piedi ben piantati in terra non si può volare.
Disse che il vincente trova sempre una strada e il perdente trova sempre una scusa, poi disse che il genio trova sempre una battuta.
Disse che soltanto la libera espressione di sé rende liberi abbastanza per avere un po’ di considerazione per altri da sé.
Disse che a messe e messali preferiva messaline e massaggi a lieto fine.
Disse che solo i cinici sanno amare. Poi disse che era vero il contrario. Poi tornò a incensare l’amore duro, l’amore spietato.

Li ammaestrava, li confondeva, forse allo scopo di distruggerli, forse con l’intento di svegliarli. […]

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