Intervistatore: Dottor Sticazziz, come si definirebbe in tre parole?
Dottor Sticazziz: Umano, uno stronzo in quanto tale.
I: Capisco. Qual è la sua visione politica?
DS: Di norma le mie visioni non contemplano questo genere di idiozie.
I: E la sua visione religiosa?
DS: Idem.
I: Capisco, passiamo a argomenti più prosaici. Qual è la sua squadra preferita?
DS: La squadra di legno. Avevo anche un compasso, sempre di legno, da bambino.
I: Cosa ne pensa delle relazioni di coppia.
DS: Non penso niente. Meglio accoppiarsi per qualche minuto e poi piantarla lì.
I: E della famiglia cosa pensa.
DS: Che è estinta da mo’, ma quasi tutti fanno finta di non saperlo.
I: Quindi nessuno dovrebbe procreare più?
DS: Questo lo dice lei. Io sono per le aggregazioni spontanee, durano finché durano e i figli vengono da sé quando la penetrazione non è soltanto anale.
I: Cosa mi dice della felicità?
DS: Contrariamente a quel che si dice, io non sono un cinico ma un empirista, guardo i fatti. Le utopie, le ambizioni spirituali, le speranze irrealistiche e i buoni propositi non fanno per me. Se fossimo stati progettati per essere felici, saremmo gatti. O maiali selvatici.
I: Quindi la felicità non esiste?
DS: Non c’è alcun bisogno di essere felici, essere umani è già abbastanza.
I: Lei si ritiene più propenso al bene o al male?
DS: È come chiedermi se nel sesso preferisco stare sopra o sotto. Un po’ tutt’e due. Bene e male sono concetti astratti molto suggestivi che proprio per questo fanno presa sulla gente, ma privi di fondamento naturale. Lo chieda a un gatto cos’è il bene e cos’è il male.
I: Vuole dire che il bene e il male non esistono?
DS: No. Voglio dire che bene e male sono concetti relativi. Per una zanzara pungerci è bene, per noi un po’ meno. Ieri un amico si è rotto una gamba e non ha potuto prendere l’aereo. Quell’aereo è poi precipitato e non ci sono stati sopravvissuti. Ora, quella gamba rotta era un bene o un male?
I: D’accordo. Ma tutti quegli eccidi di innocenti?
DS: Non lo dica a me. Lo dica ai suoi politici e ai fanatici delle confessioni monoteistiche.
I: Cosa ne pensa dell’amore?
DS: L’amore. L’amore è come il mare.
I: Vuole dire altrettanto vasto?
DS: Voglio dire altrettanto pieno di meduse e barracuda.
I: Quanto conta per lei essere compreso dal suo pubblico?
DS: Poco. Sono umile, io. Mi accontento di essere adorato.
I: Cosa ne pensa dei giovani d’oggi?
DS: Mmmh, domanda interessante, me la sento ripetere da quando avevo quindici anni. Le dirò, non penso niente. Pensare qualcosa dei giovani d’oggi è impossibile perché loro non pensano, sono pensati. In linea generale, vedo ragazze dallo sguardo pornografico e ragazzi deprivati di ogni forma di coscienza. Vegetano in uno stato confusionale di narcisismo facebookiano: La bellezza è negli occhi di chi mi guarda. Per giunta, sono tutti quanti degli ingrati.
I: Ingrati verso cosa?
DS: Be’, per esempio per il fatto che ogni mattina cagano agevolmente. Un dono della gioventù la cui inestimabilità si palesa soltanto alle soglie della vecchiaia.
I: Che idea si è fatto della morte?
DS: Nessuna, dato che sono ancora vivo. Comunque non è detto che sia per forza un male. Nella morte è racchiusa la promessa del riposo fine a se stesso, senza ulteriori distrazioni. Mi auguro soltanto che i miei eredi assecondino le mie ultime volontà.
I: Quali, se posso?
DS: Da morto voglio essere cromato.
Lamai, Samui, Th, 8 febbraio 2019
© 2019 by Giulio D.M. Ranzanici
2 Commenti
Ti adoro e ti cromo! ❤️
Ti ringrazio e abbraccio. Buona cromata anche a te!
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