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Sei tornato bello come prima. Raccontami tutto.

Sei tornato bello come prima. Raccontami tutto.

Cosa ti è successo. Cosa ti hanno fatto, disse. Chi è stato. Si girò e guardò mio padre, sempre con il suo sigaro incastrato dietro l’orecchio. Lui si strinse nelle spalle e si defilò nel pertugio dietro al bancone. Un dio pagano zotico e vigliacco. Premendosi le mani sulle reni, mamma si rimise in piedi, poi mi cinse con un braccio e mi accompagnò di sopra sempre con la mia Liala gocciolante, e poi mi condusse in bagno. Per tutto il tempo che impiegò a spogliarmi e a ripulirmi la faccia e le mani dal sangue rappreso non fece che invocare la Madonna. Nel mentre mi passava la spugna umida sul viso e mi carezzava la testa, e il suo amore terreno sopperiva all’amore sovrannaturale che la madre di Dio non era in grado di elargirmi. Quando ebbe finito mi fece sedere sul water.
Ora ti farò un po’ male, disse. Lo vidi fare a mia madre quando tuo zio Lino cadde giù dal fienile e si ruppe il naso.
Lo zio è morto cadendo dal fienile.
No. Morì un mese dopo essere caduto, un mese esatto, poveretto.
Perciò morirò tra un mese esatto.
No. Tu sei troppo intelligente per morire adesso. Fa un bel respiro e chiedi aiuto alla Madonna.
Mamma mi strinse il naso tra il pollice e l’indice, e diede uno strattone nella direzione opposta all’inclinazione della cartilagine. Il firmamento mi esplose davanti agli occhi in una fulminea ricognizione cosmogonica. Poi fu fatta la tenebra e non restò che quella. Quando mi ripresi, ero nel letto con mamma seduta al mio fianco. Mi guardava fissamente. Mi passò una mano tra i capelli.
Sei tornato bello come prima. Raccontami tutto.

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