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Testamento

Testamento

Figlia mia, ti lascio un mondo peggiore di come l’ho trovato. Appartengo a una generazione di ignoranti procreata da una generazione di ignoranti della risma più deleteria, quella di chi credeva di sapere. Il cacciatore era il buono che uccideva il lupo cattivo. Lo stesso valeva per qualunque animale sotto tiro, che fossero leoni, quaglie, orsi, cervi, fagiani, o lepri.

Al mare, ci si tuffava nelle acque trasparenti di Adriatico e Tirreno e si arraffavano ippocampi e stelle marine, poi lasciati a essiccare al sole, a morire di morte lenta. A vacanze finite, portavamo a casa con noi le piccole carcasse. Aprendo la valigia scoprivamo che odoravano di pesce putrefatto e buttavamo tutto.

Il mondo era per noi, a disposizione della nostra avidità insaziabile bell’e pronto per essere predato. L’essere umano era la sola misura e il solo arbitro di ogni cosa. L’obiettivo era più progresso, più benessere. Figlia mia, dove sono finite le lucciole?

Arrivò il DDT, e ne fummo estasiati. Fu creata la plastica, e ne fummo entusiasti. Qualunque cose contribuisse in un modo o nell’altro alla devastazione della Terra ci riempiva di soddisfazione. Eravamo i dominatori incontrastati della natura. E la natura, allora, era così perfetta che quando d’estate ero assetato, mi tuffavo nelle acque del lago di Garda e ne bevevo a sorsate e poi stavo benissimo.

Crescendo, molti di noi si ribellarono, e alcuni lo fecero distruggendo se stessi, oltre che il mondo circostante. La nostra fu una rivolta rivoltante.

Si reputava che l’uomo fosse altro dall’ambiente, tanto che gli esperti cominciarono a tenere simposi su simposi, il cui tema era Uomo e ambiente. Idioti! L’uomo è ambiente. Tutto è correlato, a cominciare dall’aria che respiriamo, dall’acqua che beviamo, dal cibo che mangiamo – tu lo sai meglio di me, il corallo è grigio, orami.

Anni dopo, alcuni di noi si ravvidero, e io sono tra questi fortunati. Ma il danno ormai era fatto. I cerotti non aggiustano una gamba rotta o un intestino devastato. Avevamo irrimediabilmente fatto a pezzi il paradiso per cementarlo a nostra immagine e somiglianza, e ciascuno di noi ne è responsabile.

Figlia mia, a te e tuo figlio lascio l’inferno in terra. Dignità vuole che io rinunci al vostro perdono e a fare a te e al tuo bambino i migliori auguri di felicità.

 

Bo Phut, Samui, Th, September 15th, 2014       © 2018 by Giulio Ranzanici – All Rights Reserved

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