Guardo la neve cadere senza un perché; non voglio morire, decrepito, nel mio letto stantio tra il sollievo e le lacrime di chi ho generato. Vorrei morire tra poche stagioni nel letto di una giovane pelle lucente, occhi notturni, incarnato petrolio, che un po’ sorpresa sbatta le ciglia e posi l’orecchio sul mio cuore appena schiantato nelle prodezze d’amore.
Mi sdraio sul letto non ancora stantio, chiudo gli occhi e riposo, e ancora vedo la neve cadere, nessun incarnato petrolio né occhi notturni; dovrei mettere ordine, preparare i bagagli, dovrei chiudere casa e mettermi in viaggio, e invece riposo riposo riposo, e nel buio contemplo ancora neve cadere, sempre cadere, e formare a mezz’aria una scritta, una frase con i fiocchi, il mio rispondente epitaffio: Qui continua a riposare Giulio Ranzanici.
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